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Disfunzioni del tendine di achille. (1°parte)

Il tendine di achille è il più largo e forte del corpo umano. Esso non ha una vera guaina sinoviale, ma è rivestito da dal paratenon che ha uno spessore variabile. L’apporto vascolare al tendine proviene distalmente dai vasi intraossei e dal calcagno e prossimalmente dalle branche intramuscolari. Vi è una area avascolare relativa da 2 a 6 cm dall’inserzione sul calcagno, che è più vulnerabile alla degenerazione ed alla lesione. Le lesioni del tendine di Achille sono frequentemente associate all’impatto di carichi ripetitivi dovuti alla corsa o al salto. I fattori principali che hanno come risultato un danno al tendine di achille sono gli errori nell’allenamento (distanza frequenza), una ripresa dell’allenamento dopo una lunga sosta e la corsa su terreni irregolari o cedevoli. Le disfunzioni dell’achilleo possono anche essere messe in relazioni con problemi posturali, con scarpe inadatte, e con un complesso gastrosoleo poco estendibile.

 L’achilleo è in grado di resistere a forze fino a 500 kg; ciò nonostante è il tendine che più spesso subisce una rottura. A causa delle sue dimensioni  e della peculiare anatomia, il tendine è suscettibile di lesioni sia improvvise che croniche ed evolutive. Le lesioni improvvise in genere ne comportano la rottura parziale o totale. Le lesioni croniche sono di norma rappresentate da tendinite (infiammazione del tendine), tendinosi (degenerazione del tendine), o paratendinite (infiammazione che riguarda la guaina o paratenon del tendine).

La tendinite è una lesione da sovraccarico molto comune ed è caratterizzata da infiammazione e dolore a carico del tendine. L’ achilleo unisce i muscoli del polpaccio al calcagno. Più e gravosa l’attività, maggiore è lo sforzo che il tendine deve sopportare. Durante una corsa il carico sul tendine può arrivare a 10 volte il peso corporeo. La rottura di solito si verifica a 2 – 6 cm prossimalmente al suo punto d’inserzione sul calcagno. Il tendine, come già detto è rivestito da una guaina di tessuto che gli consente di scorrere agevolmente. Il paratenon si può allungare fino a 2-3 cm durante il movimento del tendine. Se il paratenon si retrae può rappresentare una fonte di dolore e infiammazione. In uno studio classico si è dimostrato che il tendine di achille ha la zona con minor vascolarizzazione a 2-6 cm prossimalmente alla sua inserzione sul calcagno. Questa è la zona più frequente alla rottura o lacerazioni improvvise. La tendinite dell’achilleo è una lesione da sovraccarico che si riscontra per lo più negli uomini di mezza età ed è molto spessa associata a sport di corsa o ad alto impatto.

Quanto è comune la tendinite dell’achilleo?

L’incidenza della tendinite dell’achilleo nei podisti varia dal 6,5% al 18% la patologia è più comune nei corridori maschi rispetto alle atlete: 7,9% uomini e 3,2 donne.

Le cause più comuni.

Sovraccarico funzionale negli sport ad impatto elevato (sforzi eccedenti le capacità rigenerative), rapido incremento dei km o delle intensità, stretching inadeguato dell’achilleo, ripresa troppo rapida dopo un periodo di fermo, calzature inappropriate.

Classificazioni della tendinite (tipi) dell’achilleo.

Tendinite inserzionale dell’achilleo: Il dolore è localizzato nel punto in cui il tendine si inserisce sul calcagno. Il dolore e l’ipersensibilità sono localizzate alla giunzione osseo tendine. Il dolore di solito è intenso dopo l’esercizio, ma può anche diventare costante. La tendinite inserzionale dell’achilleo può essere peggiorata dalla corsa in salita o da attività praticate su superfici dure. Spesso l’infortunato  riferisce una storia di scarso stretching, corsa sui calcagni, eccessiva distanza nella corsa o incremento rapido dell’intensità di allenamento.

Tendinite non inserzionale dell’achilleo: Alcuni ricercatori,  già nel 1976 elaborarono un sistema di classificazione della tendinite non inserzionale, in base al quale si possono identificare tre identità patologiche: peritendinite, peritendinite con tendinosi dell’achilleo e tendinosi pura. Queste tre entità patologiche si manifestano in una zona compresa tra due e sei cm prossimalmente al punto d’inserzione del tendine di achille sul calcagno. Nella peritendinite (peri significa “attorno”) l’infiammazione è limitata alle strutture di rivestimento del tendine di achille. Nella peritendinite con tendinosi, è coinvolta nel processo patologico anche una porzione del tendine, con infiammazione del tendine di achille (tendinosi) concomitante alle strutture di rivestimento. Nella tendinosi pura, il tendine degenera nella zona compresa tra i 2 e i 6 cm prossimali al punto d’inserzione sul calcagno. Questa degenerazione comporta la comparsa di dolenzia localizzata, di un grosso nodulo palpabile e talvolta afferrabile e di un area di ispessimento del tendine. Si ritiene che la degenerazione del tendine nella zona di scarsa vascolarizzazione sia un fattore causale della rottura completa (lacerazione) del tendine a seguito di un movimento rapido (sprint) dell’arto coinvolto.

Teoria della “torsione vascolare”

Numerosi esperti indicano l’ ”iperpronazione” funzionale come fattore causale della tendinite non inserzionale dell’achilleo. Per comprendere il termine “pronazione” si pensi ad un runner con i piedi piatti, il cui piede diventa ancora più piatto quando il calcagno tocca il terreno (pronazione). La forza rotatoria anomala causa un notevole aumento delle forze a carico del tendine, “torcendo” i vasi sanguigni che lo raggiungono. In ultima analisi, questo provoca la tendinite (infiammazione) e poi la tendinosi (degenerazione) dell’achilleo. Condividi

Nel prossimo articolo tratteremo le strategie terapeutiche generali per la tendinite dell’achilleo (inserzionale e non inserzionale).

Staff myspecialtrainer.com

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