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Il runner, la sua colonna vertebrale e la postura.
Molti atleti adulti possono tuttavia prevedere dei programmi di alleggerimento se presentano problemi, questo per cercare di tamponare nei limiti del possibile le disfunzioni che una cattiva postura, può provocare. Ora iniziamo a capire la nostra colonna vertebrale, i vari tipi di ernie, ed infine vediamo come auto esaminarci per osservare, sempre se li abbiamo, i nostri scompensi posturali.
La
colonna vertebrale un’asta ossea di sostegno è composta da una serie di
elementi ossei sovrapposti l’uno all’altro: le vertebre. Viene suddivisa
dall’alto verso il basso in quattro regioni: 7 vertebre cervicali, 12
dorsali, 5 lombo sacrali, 4-5 coccigee.
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Se
si osserva sul piano sagittale la colonna comporta
4 curvature che sono: 1-Curva sacrale 2-lordosi lombare
3-cifosi dorsale 4-lordosi cervicale. Quando il soggetto possiede una
buona postura, il cranio, il dorso e le natiche sono tangenti ad un
piano verticale per esempio il muro.
u
Il
fatto che la colonna abbia delle curve aumenta la resistenza alle
compressioni assiali. Si è dimostrato che la resistenza di una colonna
che presenta delle curve è proporzionale al quadrato delle curve + 1.
u
Uno
sguardo
del corpo vertebrale. In questa figura
distinguiamo un segmento
passivo costituito dalla vertebra(I) ed uno motore composta da: disco
intervertebrale il forame di coniugazione, le articolazioni
interapofisiarie infine il legamento giallo ed il legamento
interspinoso (II). La mobilità di questo segmento è responsabile dei
movimenti della colonna
.
u
La
struttura del disco è molto caratteristica, in effetti essa è formata
da due parti distinte: Il nucleo polposo, parte centrale, e una parte
periferica, anello fibroso. Le fibre dell’anello fibroso sono in
periferia verticali e più ci si avvicina al nucleo più sono oblique, a
contatto con il nucleo sono quasi orizzontali, questo fa si che il
nucleo sia contenuto in un alloggiamento inestensibile fra i due
piatti vertebrali. Il concetto di precompressione.
u
Ernia intra-spongiosa, rara è quando l'anello fibroso
non permette al nucleo di migrare e la pressione elevata del nucleo
polposo deforma i piatti vertebrali (1).
uDopo i 25 anni di età le fibre dell’anello fibroso
cominciano a degenerare e si possono produrre delle lacerazioni
intrafascicolari fra i vari strati; questo permette la migrazione
della sostanza del nucleo attraverso le fibre. Le migrazioni in avanti
sono assai rare, frequenti sono quelle indietro soprattutto quelle
postero laterali. Quando il disco si schiaccia una piccola parte migra
in avanti e una maggiore indietro.
uLa
parte di nucleo che migra posteriormente
può raggiungere il bordo posteriore del disco ed
affiorare al di sotto del legamento vertebrale posteriore.
u
In
questa figura viene visto il legamento vertebrale posteriore
sono stati sezionati i peduncoli. Quando l’ernia è ancora
unita al nucleo può restare bloccata sotto il legamento (A),
in questo caso è ancora possibile riportarla in sede con delle
trazioni vertebrale.
Molto spesso perfora il legamento comune posteriore e
può migrare nel canale vertebrale. Questa è detta ernia
espulsa. Nel caso (C) resta bloccata sotto il legamento
mentre le fibre dell’anello fibroso si sono richiuse
escludendo la possibilità di ritorno in sede, infine altri
casi dopo aver raggiunto la faccia profonda del legamento
vertebrale comune posteriore, l’ernia può scivolare sia
verso il basso che verso l’alto si tratta allora di un ernia
migrante sottolegamentosa
uE’ ormai accertato che l’ernia si produce in tre fasi
ben distinte, tuttavia il presupposto obbligatorio è che l’anello
fibroso sia deteriorato da ripetuti microtraumi.
Qui è bene porre l’accento sulla corsa dicendo
che:
il soggetto che corre sottopone i dischi ad una pressione assiale
rilevante; quindi chi
presenta una postura con curve rachidee accentuate o ridotte ha
maggiori possibilità che le suddette degenerazioni, precursori di un
ernia vengano prodotte.
La comparsa dell’ernia
avviene in genere in seguito ad uno sforzo di sollevamento di un
peso effettuato con il tronco inclinato in avanti. La flessione del
tronco in avanti fa allargare dietro lo spazio intervetebrale, la
sostanza del nucleo è spinta indietro attraverso le fessure
preesistenti dell’anello fibroso. All’inizio dello sforzo di
sollevamento, le forze assiali spingono violentemente il nucleo in
dietro che raggiunge la faccia profonda del legamento comune
posteriore.
Il
runner portatore di un dismorfismo, è più soggetto alle degenerazioni
appena narrate, quindi anche se queste deviazioni non sono correggibili
specie in età adulta, può essere opportuno stilare un programma di
ginnastica che tende a controbilanciare le forze che possono
ulteriormente incidere in negativo sul rachide. Esempio grossolano:
in un soggetto che presenta una lordosi lombare si cercherà un
maggior tono degli addominali che potranno compensare i paravertebrali
sicuramente più brevi e forti
Con un filo a piombo è possibile capire se siamo messi "bene o male", ecco le tre prospettive, con i vari punti repere, che identificano una postura corretta.
Staff myspecialtrainer.com |
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