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Il runner, la sua colonna vertebrale e la postura.


Ancor oggi capita di vedere ragazzini avviati all'atletica leggere correre in pista con evidenti disformismi, es. cifosi, lordosi, evidenti valgismi o varismi ecc. senza che interessi a nessuno, l'importante è andare forti: errato! In età puberale un paramorfismo o disformismo può, in alcuni casi essere corretto o "alleggerito" notevolmente non compromettendo la qualità della vita futura dell'individuo; quando il soggetto è già cresciuto la cosa è alquanto improbabile.

Molti atleti adulti possono tuttavia prevedere dei programmi di alleggerimento se presentano problemi, questo per cercare di tamponare nei limiti del possibile le disfunzioni che una cattiva postura, può provocare.

Ora iniziamo a capire la nostra colonna vertebrale, i vari tipi di ernie, ed infine vediamo come auto esaminarci per osservare, sempre se li abbiamo, i nostri scompensi posturali.

 

La colonna vertebrale un’asta ossea di sostegno è composta da una serie di elementi ossei sovrapposti l’uno all’altro: le vertebre. Viene suddivisa dall’alto verso il basso in quattro regioni: 7 vertebre cervicali, 12 dorsali, 5 lombo sacrali, 4-5 coccigee.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

uSe si osserva sul piano sagittale la colonna comporta 4 curvature che sono: 1-Curva sacrale 2-lordosi lombare 3-cifosi dorsale 4-lordosi cervicale. Quando il soggetto possiede una buona postura, il cranio, il dorso e le natiche sono tangenti ad un piano verticale per esempio il muro.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

uIl fatto che la colonna abbia delle curve aumenta la resistenza alle compressioni assiali. Si è dimostrato che la resistenza di una colonna che presenta delle curve è proporzionale al quadrato delle curve + 1.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

uUno sguardo del corpo vertebrale. In questa figura distinguiamo un  segmento passivo costituito dalla vertebra(I) ed uno motore composta da: disco intervertebrale il forame di coniugazione, le articolazioni interapofisiarie infine il legamento giallo ed il legamento interspinoso (II). La mobilità di questo segmento è responsabile dei movimenti della colonna .
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uLa struttura del disco è molto caratteristica, in effetti essa è formata da due parti distinte: Il nucleo polposo, parte centrale, e una parte periferica, anello fibroso. Le fibre dell’anello fibroso sono in periferia verticali e più ci si avvicina al nucleo più sono oblique, a contatto con il nucleo sono quasi orizzontali, questo fa si che il nucleo sia contenuto in un alloggiamento inestensibile fra i due piatti vertebrali. Il concetto di precompressione.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

uErnia intra-spongiosa, rara è quando l'anello fibroso non permette al nucleo di migrare e la pressione elevata del nucleo polposo deforma i piatti vertebrali (1).
uDopo i 25 anni di età le fibre dell’anello fibroso cominciano a degenerare e si possono produrre delle lacerazioni intrafascicolari fra i vari strati; questo permette la migrazione della sostanza del nucleo attraverso le fibre. Le migrazioni in avanti sono assai rare, frequenti sono quelle indietro soprattutto quelle postero laterali. Quando il disco si schiaccia una piccola parte migra in avanti e una maggiore indietro.
uLa parte di nucleo che migra posteriormente può raggiungere il bordo posteriore del disco ed affiorare al di sotto del legamento vertebrale posteriore.
 
uIn questa figura viene visto il legamento vertebrale posteriore sono stati sezionati i peduncoli. Quando l’ernia è ancora unita al nucleo può restare bloccata sotto il legamento (A), in questo caso è ancora possibile riportarla in sede con delle trazioni vertebrale.
Molto spesso perfora il legamento comune posteriore e può migrare nel canale vertebrale. Questa è detta ernia espulsa. Nel caso (C) resta bloccata sotto il legamento mentre le fibre dell’anello fibroso si sono richiuse escludendo la possibilità di ritorno in sede, infine altri casi dopo aver raggiunto la faccia profonda del legamento vertebrale comune posteriore, l’ernia può scivolare sia verso il basso che verso l’alto si tratta allora di un ernia migrante sottolegamentosa

 

 

 

 

 

uE’ ormai accertato che l’ernia si produce in tre fasi ben distinte, tuttavia il presupposto obbligatorio è che l’anello fibroso sia deteriorato da ripetuti microtraumi. Qui è bene porre l’accento sulla corsa dicendo che: il soggetto che corre sottopone i dischi ad una pressione assiale rilevante; quindi chi  presenta una postura con curve rachidee accentuate o ridotte ha maggiori possibilità che le suddette degenerazioni, precursori di un ernia vengano prodotte. 
La comparsa dell’ernia avviene in genere in seguito ad uno sforzo di sollevamento di un peso effettuato con il tronco inclinato in avanti. La flessione del tronco in avanti fa allargare dietro lo spazio intervetebrale, la sostanza del nucleo è spinta indietro attraverso le fessure preesistenti dell’anello fibroso. All’inizio dello sforzo di sollevamento, le forze assiali spingono violentemente il nucleo in dietro che raggiunge la faccia profonda del legamento comune posteriore.

 

 

 

 

 

 

Il runner portatore di un dismorfismo, è più soggetto alle degenerazioni appena narrate, quindi anche se queste deviazioni non sono correggibili specie in età adulta, può essere opportuno stilare un programma di ginnastica che tende a controbilanciare le forze che possono ulteriormente incidere in negativo sul rachide. Esempio grossolano:  in un soggetto che presenta una lordosi lombare si cercherà un maggior tono degli addominali che potranno compensare i paravertebrali sicuramente più brevi e forti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con un filo a piombo è possibile capire se siamo messi "bene o male", ecco le tre prospettive, con i vari punti repere, che identificano una postura corretta.

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Staff myspecialtrainer.com

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