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Possessivi verso i ragazzi, alla esasperata ricerca del risultato del campione....

Capire è difficilissimo; farsi capire è una smisurata ambizione.
Henri Frédéric Amiel, Diario intimo, 1839/81 (postumo, 1976/94)

Alcunii allenatori di atletica leggera, per fortuna non tutti a onor del vero, sono alla continua ricerca del campione e questo mi sembra naturale, quello che non mi sembra né naturale né corretto, è la promessa di divenire un campione a chi campione non lo sarà mai!
E’ un fenomeno ricorrente sentire delle frasi del tipo “se mi segui, farai grandi cose”, “nel giro di qualche non avrai più nessuno davanti” ecc. E’ un espediente usato per attirare l’attenzione di un ragazzo/a discretamente dotato/a e allenarlo!

La verità è che il campione si riconosce subito, la sua genetica toglie ogni dubbio pure all’allenatore meno esperto, è come una pietra stupenda, l’artista bravo, in questo caso l’allenatore di livello, deve solo togliere il superfluo, la magnifica statua che ne scaturirà era già contenuta in essa.

Non bisogna mai illudere i ragazzi, anche perché, se non si è un campione, non è detto che non si possa essere un buon atleta di fascia nazionale; un atleta da gruppo sportivo militare tanto per intenderci. Illudendo i ragazzi si rischia solo che abbandonino l’atletica prima che possano esprimere al meglio il loro reale potenziale.

In età pre-puberale ed anche in età puberale si dovrebbe gestire l’atleta, meglio dire il bambino, con profili di allenamento-divertimento e puntare sull’accrescimento della capacità di socializzare, confrontarsi, smussare i complessi, valorizzare la propria autostima, con armonia e senza nessuna costrizione. L’allenamento pomeridiano non deve perpetuare la “rigidità” della mattinata trascorsa a scuola, deve ricreare, soddisfare, divertire.
Sono troppo gli urli (a volte accompaganati da un discreto turpiloquo) che sento in campo rivolti a ragazzini come se stessero commettendo chissà quale peccato; SBAGLIATO!
L’allenatore deve si essere un maestro di vita, ma deve soprattutto essere quella figura che il ragazzo stima-ammira, colui al quale può dire la sua senza la paura che gli sia affibbiato un quattro in pagella, quella persona genuinamente tollerante alle tempeste ormonali che infuriano in un ragazzino/a e che al posto della predica o gli urli, preferisce la via del ragionamento; del dialogo pacato.

Scegliete con cura l’allenatore di Vostro figlio, fatelo con la stessa cura con la quale scegliereste un medico specialista!

Grazie per l'attenzione Staff Myspecialtraine.com

 

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